Oggi voglio parlare della fotografia di strada, un genere che continua a riscuotere sempre più successo fra gli appassionati di fotografia, ma che ha subito un vero e proprio bombardamento di informazioni, a volte deleterio.
Si è portati, soprattutto con lo svilupparsi del business che ci gira intorno, a dare un’etichetta ben precisa ad ogni cosa, rischiando così di concentrarsi sulla forma tralasciando il contenuto, chiudendo in compartimenti stagni un elemento liquido come la fotografia, ma facciamo un passo indietro.
La nascita della Street Photography è associata all’introduzione delle macchine ‘’portatili’’ con pellicola 35mm che hanno spostato l’occhio dei fotografi dai ‘’set’’ alle strade nei primi del Novecento, è così quindi che è nata la street photography? Ni.
Le persone fotografavano già in strada ma non era stato ancora coniato il termine Street Photography, si parlava bensì di istantanee, frammenti di realtà di tutti i giorni impressi su pellicola, di fotografia insomma.
È fra la fine degli anni 70 e la metà degli anni 80 del 900, con l’uscita The Human Street”, che si accenna ad una convenzionale “Street Photography”.
Il dado è tratto, la codifica è avvenuta.
Ma che cos’è alla fine di tutto questa StreetPhotography? Ad oggi rispondere a questa domanda è più complicato che mai, alla fludità del genere si è aggiunta spesso l’aleatorità delle dichiarazioni di chi questo ‘’genere non genere’’ lo pratica con più o meno successo, e la naturale evoluzione di una fotografia libera da determinati schemi.
Al netto di aver assodato il fatto che si parla di fotografia in strada di scene quotidiane a mio parere c’è solo una regola imprescindibile nella fotografia di strada che è ben sintetizzata in una frase di Anglosassone derivazione: FILL THE FRAME, ovvero riempi il ‘’fotogramma’’.
Ovviamente riempire il fotogramma è l’azione finale di un fotografo che ha assimilato con migliaia di ore ‘’su strada’’ cosa vuol dire catturare il quotidiano, è la parte finale di un processo di crescita fotografica che richiede tempo e consapevolezza per mettere insieme i pezzi.
APPLICA LE REGOLE ED INFRANGILE.
La tecnica fotografica è molto importante perché si ha la necessità ottenere una foto ”ben fatta” in un lasso di tempo che in certe situazioni è molto breve e non replicabile.
Inoltre gli elementi di una scena possono essere tanti, molti dei quali fuorvianti, bisogna ‘’assorbire’’ una conoscenza approfondita della composizione fotografica in modo da tirare fuori il meglio da una determinata situazione.
Street photography è fotografare il quotidiano, ed ogni situazione che ci si pone di fronte ha un proprio ‘’ciclo vitale’’ all’interno del quale bisogna ottenere il massimo prima che la situazione perda il suo valore d’interesse.
Arrivati ad un certo livello di dimestichezza con il mezzo ed il fattore umano che ci circonda si arriva ad un punto molto molto importante della propria crescita: trovare il proprio stile, il proprio ‘’timbro’’, la chiave di volta per creare un lavoro riconoscibile e coerente con se stessi, sembrerà banale, ma la street photography è soprattutto un affare di cuore.
TIRARE FUORI DEL CONTENUTO.
Per aiutare a capire questo punto nodale mi rifaccio alle parole di una leggenda della fotografia paesaggistica : Ansel Adams (Per tornare al concetto di fluidità fotografica).
Non c’è nulla di peggio di una foto nitida di un concetto confuso.
Mi capita spesso di vedere foto senza anima, sparate nel mucchio, senza una identità ne una struttura di sorta, street per il solo fatto di essere fotografate in strada.
Usciamo velocemente da questo empasse, la street photography non è solo quella che si fa in strade trafficate di città, ma dovunque ci sia un fattore umano, prendiamo ad esempio un grande fotografo come Martin Parr, sono si, più soventi le location cittadine, ma non solo , abbiamo anche angoli remoti di campagna e persino foto senza persone nel frame.
NELLA FOTOGRAFIA DI STRADA L’UOMO C’È ANCHE QUANDO NON SI VEDE.
Che si segua uno storytelling, un macro argomento o che si scatti senza legare le fotografie fra di loro la cosa più importante è raccontare, è vero, la tecnica può essere stravolta, ma il tutto a favor di un determinato momento che racchiuda uno storytelling in se, e per questo la composizione di ogni scatto alla fine è fondamentale, se bisogna spiegare la fotografia qualcosa non va.
Ha quindi senso raccontare con un mosso funzionale una storia, ma non ha alcun senso raccontare con una immagine tecnicamente perfetta il nulla.
TROVARE SE STESSI IN FONDO ALLA PAURA.
Una cosa che dico sempre ai miei studenti è di non prendere ad esempio un fotografo e cercare di esserne un fax simile.
Ho avuto ultimamente l’esperienza di un alunno appassionato di Bruce Gilden (grande fotografo Neworkese con un approccio molto ‘’spinto’’), che avrebbe voluto a tutti i costi seguire il suo stile pur non avendo sua indole ‘’intrepida’’ ed un altro che in strada aveva grandi problemi a fotografare le persone.
La streetphotography ancora più che un genere è un modo di essere, è odore, suoni e stati d’animo, e che lo si voglia o no rispecchia cosa abbiamo dentro, e quindi è importante tirare fuori la propria prospettiva fotografica, qualcosa che sia nostro. È a questo che serve una delle cose fondamentali:
LO STUDIO.
Guardare quello che hanno fatto fotografi prima di noi è il modo migliore per capire quale strada intraprendere per esprimere noi stessi, come approcciarci alla strada e perché no, cosa ‘’rubare’’ dai grandi della fotografia.
Detto questo si può e si deve lavorare per tirare fuori il ‘’coraggio’’ che ci spinge ad affrontare un estraneo e fotografarlo faccia a faccia, perché anche se decideremo di concentrarci su un tipo di fotografia più discreto, è inevitabilmente con il fattore umano che dobbiamo fare i conti, quello che dico spesso è: Meglio rischiare un insulto che tornare a casa con il rimpianto di non aver scattato una foto che avevamo visto con gli occhi.
PREVISUALIZZAZIONE.
È questa una delle cose più importanti per chi scatta in strada, guardare la realtà come se i nostri occhi fossero una fotocamera, previsualizzare in ottica di scatto ciò che abbiamo intorno.
COSTANZA.
Al netto di tutte le ‘’regole’’ che imparerete se intraprenderete questa strada la cosa più importante di tutte è la pratica, perché è solo camminando le strade con costanza ed affrontando tutte le sue incertezze che si tirerà fuori il proprio punto di vista sul mondo.
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